domenica 11 dicembre 2022

Passeggiando per Roma

Sono stati due giorni intensi. 
A livello emotivo, culinario e climatico. 
Ma andiamo per ordine.

Livello Emotivo:



Ovviamente non era la prima volta che venivo a Roma, anzi ci ho anche vissuto per un breve periodo a cavallo del 2004. Era da allora che non ci tornavo. È stato come ritrovare una persona importante, mille pensieri, tanti ricordi, che seppur relativi ad un periodo lavorativamente disastroso, lato personale mi hanno fatto ricordare che all'epoca mi sentivo imbattibile pieno di quella incoscienza che oggi pagherei oro solo per averne un briciolo. Oggi invece ci sono tornato con gli occhi del viaggiatore. Ci tengo al termine, guai a chiamarmi turista, mi offendo. Ed è stato come passeggiare nel tempo. Sensazione che solo Roma può offrire. Ho avuto la fortuna di girare tanto, anche se non quanto avrei voluto, ma ho sempre sostenuto che non ci sono eguali a Roma, perché quando a Roma si costruivano monumenti che ancora oggi si guardano a bocca aperta a dire quanto grande e possente fosse quella civiltà, parigini e londinesi vivevano nelle capanne. La magia della Roma imperiale, la meraviglia delle sue piazze e delle sue fontane. La possente superbia della chiesa capace di creare esperienze mozzafiato come la Cappella Sistina.



Superbia perché a parer mio ovunque vi sia opulenza e oro non può esserci messaggio divino, che se ricordo bene era di povertà e condivisione. Vabbè tralasciando il retorico e polemico, tornando a noi detta in maniera diretta, vergognatevi o voi che non avete mai visitato Roma.

Lato Culinario:


Mamma mia, Madre celestissima. Mi sono letteralmente lasciato trascinare dalla Gola. Cacio e pepe come se piovesse, Carbonare degne di lacrime di gioia. Sono un pastaro, italiano medio lo riconosco e ho sempre considerato una tagliatella al ragù o un piatto di lasagne, un orgasmo della panza. Dopo questa full immersion di guanciale e cacio che già erano al secondo posto in assoluta solitaria visto che il terzo posto della Norma risulta ben distaccato, le mie certezze sul primo posto sono state minate. Ma non temete o mie amate tagliatelle, non ti preoccupare amata e dotta Bonomia presto saremo insieme nuovamente, tali ardori al pepe nero, ova e guance di porco saranno rimesse al loro posto.

Una menzione speciale la lascio sicuramente all'esperienza della cucina giudaico romana.

Lato Climatico:


Ora siamo a Dicembre ok? Ma Roma è Roma e fa come le pare. 19 gradi. Ma per rendere il tutto più caruccio, pioggia, semplice, costante e leggera, a parte oggi. Bene mi sembrava di essere in un film distonico. Io a crepare di caldo in felpetta e ombrello, agognando di togliere anche quella e rimanere in maniche corte ma poi una vocina mi ricordava che so anziano e visto che ogni tanto tirava er potentino mi convinceva a tenere la felpa e lastrare di conseguenza le ascelle.
Dicevo io in felpetta a crepare di caldo e tutti dico tutti, a parte qualche nordico, con :

🔹️Piumino
🔹️Sciarpona di lana
🔹️Berretto di Lana con pon pon annesso

Non potevo non pensare alla sera nei loro alberghi o B&B al momento della svestizione quali effluvi sarebbero stati rilasciati dopo aver fermentato tutto il giorno ben coperti.

Ora dico io la gente secondo me ha la sindrome della divisa. Si veste secondo calendario e non in base al tempo, proprio come i militari.

La gente, come sempre mio problema. Nonostante il passare del tempo e la saggezza indotta dallo scorrere del tempo non riesco ad attenuare la misantropia, anzi. Ma questo è un altro argomento, che magari un giorno vi racconterò, anche se voi potete rispondermi con un chiaro e categorico romano sticaxxi..... tranquilli non me la prendo 😉

sabato 6 giugno 2020

Le risposte a "razzo" dei Servizi Clienti.

Si parla tanto di Brand Awareness, Client Value, Positive Response, paroloni auanagana di fattura inglese (perché fa figo ammettiamolo) per far credere che il cliente venga al primo posto. 
Invece non so voi ma ho come l'impressione che per molte aziende strutturate e ben conosciute, tali concetti siano solo slogan pubblicitari accattivanti che nascono ad uso e consumo esclusivo della TV e dei 30 secondi di spot pagato a peso d'oro.

Servizio Clienti


Vorrei tanto conoscere il vostro parere e vi metto a conoscenza su di un paio di esperienze personali avvenute di recente con due servizi clienti e di alcune risposte che mi hanno lasciato basito. 

Esperienza con Banca nr 1 (e non sto parlando del Credito Contadino ed Artigiano di Rocca Palumba)

Domanda inviata tramite servizio APP:
Buonasera, mi spiegate come mai continui a ricevere SMS (questa banca li fa pagare al cliente) di notifica di avvenute transazioni, quando ho impostato il dispositivo in modo che tutte le notifiche arrivino via APP ed email?

Risposta a "razzo" del servizio clienti;
Gentile signore può disabilitare l'invio degli avvisi SMS o il servizio notifiche nella sezione Menu, Gestione Profilo, Impostazione e Privacy bla bla. Può inoltre disabilitare il servizio tramite sportello automatico.

Saluti e baci bla bla.
Ora anche un fanciullo sa che per rispondere bisogna prima comprendere la domanda, ed al lettore attento che non lavora in un servizio clienti, salterà subito all'occhio che io avevo chiaramente chiesto perché continuassero ad arrivare le notifiche non come fare a disabilitarle.

Non vi racconto la mia risposta, ma ogni tanto bisogna pure levarsi qualche sassolino dallo stomaco.

Esperienza Banca nr 2 per Invio Carta di Credito in scadenza

Domanda via email:

Richiedo gentilmente visto che siamo in pandemia, quarantena e tutte queste cose belle, di poter inviare la carta ad un altro indirizzo invece di quello di residenza, in quanto in caso di assenza mi sarebbe toccato andare alle poste.

Risposta degna di un Servizio Clienti disposto a soddisfare il cliente:

Gentile cliente, per far si di cambiare l'indirizzo di spedizione ci serve che ci invii regolare richiesta firmata corredata di documento di identità.
E chi se lo aspettava, sembra facile. Scrivo la richiesta, scannerizzo documento, invio richiesta, contento di non dovermi fare file alla posta. Ma poi si vede che deve esserci stato un dietrofront. Non poteva crearsi un pericoloso precedente.

Hai visto mai che dobbiamo rendere la vita facile ad un cliente si saranno chiesti?
Evidentemente il responsabile delle risposte a razzo è sempre in agguato, ma stiamo scherzando avrà detto. Immagino pure che chi mia abbia detto che si potesse fare sia pure stato redarguito.

Quindi dopo aver mandato quanto da loro richiestomi ecco la loro risposta.

Risposta a "Razzo" del servizio clienti :
La informiamo che la procedura di produzione del rinnovo della sua carta di credito 0000, con inizio lavorazione xxxxx, non è ancora in fase di lavorazione pertanto non è possibile effettuare modifiche manuali. Le precisiamo Per procedere con l’emissione di una nuova carta di credito, da spedire ad un indirizzo di spedizione alternativo come da sua richiesta e non variando l’indirizzo di corrispondenza,è necessario richiedere un duplicato a partire dal mese di Giugno.Tale procedura richiede in modo automatico il blocco della carta di credito in suo possesso con scadenza xxxxxx
Le chiediamo gentilmente di confermarci se possiamo emettere il duplicato, con il blocco della carta di credito ancora in essere, o provvedere alla produzione
della nuova carta di credito dopo il giorno xxxxxx
E cosa avrò chiesto mai per meritarmi una supercazzola del genere? Chiaramente ho subito scritto di bruciare, strappare, ignorare la mia richiesta e di dimenticarmi per sempre e lasciare tutto invariato. Risultato un'ora di fila alle poste.

Ovviamente non vale per tutti, anzi a volte trovi eroi che si arrampicano sugli specchi pur di aiutarti. Il problema è che poi magari il Responsabile delle Risposte a Razzo interviene.

Voi che ne pensate avete qualche aneddoto da raccontare? 



 

mercoledì 19 settembre 2018

Umanista o Ingegnere?

Piccola provocazione stimolata dalla lettura dell’articolo che condivido e che invito alla lettura.

Articolo Huffingtonpost - Rinascimento Meccatronico


Dopo aver letto l'articolo sopra riportato ho provato ad immaginare me stesso nel futuro e precisamente verso il mio fine carriera lavorativa e ho visto all'orizzonte scenari poco rosei.

Avrò 68 anni e sarò costretto a lavorare. Già questo basterebbe a farvi capire che l’umore non ne ha giovato.

Ma quel che è peggio e che rende questa visione del futuro degna di un romanzo distopico a tinte dark e che nella mia senilità lavorativa mi sono visto attorniato da una pletora di Ingegneri.

Ingegneri alle risorse umane, ingegneri al commerciale, ingegneri in direzione, ingegneri alla pianificazione, ingegneri ovunque. Almeno questo e quanto deduco vedendo il trend odierno delle selezioni in corso.

Le aziende, se non hai fatto un qualsiasi tipo di ingegneria non ti prendono in considerazione neanche per farti fare il centralinista (vuoi mettere un bravo ingegnere che sa quali tasti premere con calcolata precisione).

Io sono fiero del mio percorso umanistico e se tornassi indietro tornerei a farlo.

Capisco le sfide che grazie alla tecnologia ci proiettano nel futuro e mi rendo conto che stiamo vivendo la cosiddetta rivoluzione 4.0 (nel frattempo che state leggendo stanno già lanciando la 5.0 e gli ingegneri, manco a dirlo, hanno in progetto la 6.0, proprio come si fa con gli smartphone) ma nessuno mi convincerà mai che senza il giusto equilibrio tra tecnicismi e analisi logiche il futuro non potrà che essere arido.

lunedì 19 febbraio 2018

Il chiacchierone



Quando mi organizzo per far del trekking e non riesco a conciliare con la signora (forse non vuole) allora non mi perdo d’animo in quanto non è mai stato un problema andare da solo.

Stare da solo è una cosa che so fare benissimo e sono convinto che nonostante si condivida la vita con una persona, ogni tanto ritagliarsi degli spazi propri è salutare in un rapporto.

Negli anni ho viaggiato tanto in solitaria (i viaggi migliori in assoluto) e mi hanno sempre fatto un misto di tenerezza è antipatia le domande del tipo “ma sei matto; vai da solo?”

Come se fare le vacanze in 32 fosse la soluzione ideale. Queste malinconia da liceali grazie al cielo le persi appena maggiorenne, non riesco a concepire una vacanza dove io debba passare la metà del tempo a decidere dove andare o peggio convincere gli altri a fare quello che voglio io J.

Insomma quando sono solo, mi piace stare solo, ma siccome il mondo è pieno di gente che non comprende questo desiderio, a volte mi chiedo se per caso come per una osmosi mal programmata, io possa attirare certi elementi disturbanti come carta moschicida.

Se isolarsi durante gli spostamenti con i mezzi è semplice, in quanto passo il 95% del tempo a leggere, in altre occasioni se il chiacchierone vuole aggredirti, la difesa da certi attacchi diventa complicata.

Un esempio su tutti, l’altra sera.


Tappa di uno dei miei weekend in trekking, che come spesso accade passo pernottando presso ostelli o istituti religiosi che offrono soluzione di mezza pensione.

Mi piace propendere per gli istituti religiosi quando possibile, per il silenzio, per la pace e per la possibilità di rinfrancarsi dopo una giornata di cammino.

Ora di cena, scendo verso il refettorio dove separati dagli ecclesiastici che mangiano in silenzio, vengo indirizzato verso una sala attigua dove mangiano gli ospiti.

Due tavoloni lunghi disposti parallelamente dove potrebbero cenare una trentina di persone. Sono il primo mi accomodo e nella pace più assoluta inizio a cenare. Passano pochi minuti e arriva una mamma che spinge una carrozzina con due bambini e il marito dietro. Solo che lui non è il marito.

La signora si sposta verso la parte opposta della sala (brava) mentre quello che credevo il marito, si ferma mi osserva e naturalmente decide di mettersi di fronte a me. E qui scatta l’allarme perché è chiaro che è il classico disturbatore che vuole chiacchierare.

Non mi sbaglio, nel giro di pochi minuti, vengo mitragliato da una serie di domande a raffica, che faccio, dove vivo, da dove vengo (il tutto naturalmente mentre mangia e quindi ruminando a bocca aperta come neanche un cammello). Io provo a resistere all’attacco frontale con risposte monosillabi anche perché percepisco un leggero accento familiare nella parlata e sono cosciente che se intuisce che il mio è uguale al suo sono fottuto.

Sarà chiacchierone ma è dotato di orecchio fine, si ferma mi guarda con cipiglio e mi chiede ma di dove sei? Quando gli ho detto che vengo da Bologna, qualche vocale leggermente aperta deve avermi tradito. Insomma scoperto non posso che confessare di essere siciliano come lui.

E’ la fine. Se prima lo sproloquio era della portata di un ruscello di montagna a fine settembre, adesso il suo parlare si trasforma in un fiume in piena durante il disgelo primaverile dopo una settimana di abbondanti piogge. Un misto di siciliano e italiano vomitato senza tregua. Non so come difendermi, a quel punto non gli importa neanche che io risponda, per lui l’importante è parlare. Finisce di mangiare e non contento mi dice andiamo a parlare da un’altra parte. Io provo a respingere l’attacco dicendo che l’indomani devo alzarmi alle 6 (che è vero tra l’altro) in quanto mi aspettano 25 km da fare a piedi.

Non si intenerisce, dai solo 5 minuti, insomma mi si prospettano due opzioni.

O prendo il mandarino che ho davanti e glielo ficco in bocca per farlo tacere o acconsento pur di farlo smettere.

Siccome non sono incline alla violenza, acconsento e lo seguo conscio che quello che sto vivendo deve essere qualche forma di espiazione (visto anche dove sono) delle mie colpe. E così dopo minuti di parole sparate nell’aria si raggiunge l’apice dell’assurdo.

Avendomi ben edotto su quanto gli manchi la Sicilia, il discorso vira, anzi lo vira lui senza alcun freno inibitorio, sulla politica e mi confessa che il 4 marzo bisogna votare Salvini. Decido che ne ho abbastanza e pronuncio la prima frase di senso compiuto dopo una serie di mah, bah, boh, si, forse, hai ragione.

Un terrone che vota Salvini, proprio non si può concepire, dico anche abbastanza contrito. Ma niente, il chiacchierone non si sconvolge anzi un diniego da parte tua gli dona la forza celeste per perseguire con maggior ardore la missione finale.

Deve convincerti che è nel giusto e che devi fare come dice lui.

Mentre lo sento sproloquiare sulla bontà della proposta salviniana, vengo salvato da una persona che conosce, si distrae, ne approfitto, sbadiglio in maniera evidente e chiedo di congedarmi in quanto devo proprio andare a dormire. Allora lui si alza e raggiunge l’apoteosi dell’invadenza. Mi chiede il cellulare che magari viene a Bologna a trovarmi.

Terrore, incredulità, per la testa ti passano mille scuse per respingere la richiesta, ma la mamma mi ha fatto educato e non mi va di dire bugie sotto una sequela di immagini sacre di santi e beati che mi guardano con fare ammonitorio. Così ho deciso di andare al martirio, lui trova un foglietto e scrive i suoi dati, poi lo piega a metà e me lo porge. Scrivo rassegnato il mio ed è qui che le forze del bene che adornano la sala dopo avermi ammonito a non scrivere nome o telefono falso, fiere della mia onestà, accorrono in soccorso e compiono l’inatteso miracolo.

Strappo in due il foglietto, ogni parte con i dati dell’altro e vi giuro, senza vedere, porgo a lui una parte ed io mi metto in tasca l’altra dopo averla a sua volta ripiegata.

Arrivato in stanza mi rendo conto del miracolo, io ho la parte con i miei dati e lui si è presa la parte con i suoi, sono salvo, basta andar via domani all’alba e il pericolo è da considerarsi definitivamente scampato.

L’indomani sono partito alla buon ora per evitare incontri sgraditi, e mi sono ritrovato come sempre a camminare di buona lena e invaso da un profondo senso di benessere e così mentre andavo, rigorosamente da solo, mi sono ritrovato a cantare. Una vita in vacanza, libertà e tempo perso e nessuno che rompe i …..

domenica 8 ottobre 2017

Coop : spesa o caccia al tesoro ?

In questo periodo di assoluta incertezza economica, sociale e di titubante futuro, sono poche le cose che ci rassicurano e che ci danno certezza. Sapere che ogni mattina sorge il sole, sapere che ogni 28 giorni (bastardi senza gloria) arriva l'addebito della ricarica della compagnia telefonica, che prima o poi arriverà Natale, anche se per chi fa Divani lo è già al 1 Ottobre, ma correte che Natale scade Domenica.

Insomma piccole cose, piccoli fari nella notte che ci guidano nella nostra vita quotidiana.
Ed è per questo che vorrei parlare con il genio della Coop che da prima dell’estate ha deciso di rendere la spesa del fine settimana una caccia al tesoro.
Non so da voi ma qui nel bolognese è in atto un tentativo, riuscito direi, di minare una di quelle certezze della quale parlavo prima.

Perché avete spostato il caffè vicino il dentifricio?

Perché il surgelato è all’inizio del percorso, non vi è passato per la testa che prima di finire la spesa (pardon, caccia al tesoro) il povero merluzzo sarà ridotto ad una pozza d’acqua.
E come se non bastasse, questo gioco di scacchi continua settimanalmente modificando l’ubicazione dei prodotti a ritmo continuo, vedi le marmellate, che da Luglio hanno fatto più spostamenti di Scilipoti e Razzi in parlamento .
Ho visto vecchine piangere perse tra i succhi di frutta e il mangime per cani.
Ho visto commesse che girano tra le corsie con la faccia contrita come a dire “giuro che non lo so dove hanno messo le carta igienica”.
Ma al peggio non vi è mai fine e se pensavate di risparmiare un poco di tempo utilizzando la pistola per la spesa alle casse salvatempo sappiate che la sorte maligna non concede sconti. E infatti dopo aver perso un pomeriggio ciondolando come zombi alla ricerca del pan grattato, lei mentre parcheggiavate aveva già deciso che saresti stato prescelto per il controllo a campione.
Addio quindi a quel sacchetto ecologico ben riempito utilizzando ogni spazio con incastri degni del campione mondiale di tetris. Dovrai disfarlo per passare i prodotti per le grinfie della commessa che in 2 secondi ha creato dall’altra parte della cassa una montagna informe con la tua spesa e che tu dovrai rimetter via velocemente.
E non puoi neanche mandarli a quel paese, perché la Coop sei tu.