martedì 1 settembre 2015

Il pensionato e la dimensione di un'attesa

Lo so, tanto prima o poi tutti finiremo comunque a fare così.


Al momento ci possiamo spazientire  ma è evidente che ci comporteremo allo stesso modo domani, altrimenti non si spiegherebbe il numero costante di  pensionati che ti ritrovi davanti ogni qual volta hai bisogno di un servizio.


Passiamo la nostra vita a dire, appena andrò in pensione, non vedo l’ora di andare in pensione per dormire fino a tardi, per fare quello che mi pare, per non avere orari, eppure non appena hai raggiunto l’agognato traguardo evidentemente ti dimentichi dei buoni propositi che hai avuto per oltre venti anni.


Per avere le prove di quanto sostengo, basta andare dal medico la mattina presto prima di recarsi al lavoro e sarà possibile rendersi conto che l’età avanzata, come madre natura insegna, non solo non ti farà dormire come vorresti, ma ti porterà a compiere azioni che mai ti saresti sognato di fare.


E’ ineluttabile, saremo presi tutti, indistintamente, da questa frenesia dell’esser primo nelle file.


Primo dal medico, primo dal fornaio, primo alle poste e così via dicendo.


Oggi, invece, che la tua vita è scandita da orari, tabelle, timbri e appuntamenti,  non ti capaciti di come sia possibile, non importa a che ora ti presenti, trovarsi sempre la fila di nonnini davanti a te che bivacca serenamente in attesa.


Medico, arrivi alle 08.00. Orario di inizio visite ore 08.30 e già vi sono 8/10 over 60 che conversano allegramente di prostate, ragadi, pressione alta e nipotini. E se provate a chiedere (cosa che ho fatto)  ma scusi da che ora è qui, non avrebbero alcun timore di confessare che son li dalle 06.30 ma che così son primi e non aspettano!


Altro esempio, mi capita spesso di passare davanti la farmacia del paese al solito orario meschino delle 08.05 minuto più minuto meno per recarmi alle mie fatiche quotidiane e vi posso garantire che sia che splenda il sole, che piova o che tiri buriana, ci sono quasi sempre 2/3 nonnini/e che attendono stoicamente l’apertura delle saracinesche.


Ora lasciando perdere l’analisi filosofica della questione, aspetti prima o aspetti dopo, comunque vada hai sempre aspettato, sono sicuro che ti sarai chiesto e non provare a negarlo, cosa mai avranno poi da fare a casa tutto il giorno essendo liberi da commissioni varie alle 09.10?


Il massimo dello sconforto comunque lo raggiungi se devi fare una semplice analisi del sangue.


Ospedale, sala prelievi, ore 07.00 del mattino. Hai sonno, non hai mangiato perché devi essere a digiuno e la macchinetta che distribuisce il biglietto elimina code è li davanti a te. Barcolli come uno zombie e ritiri il biglietto, in quanto gli esami del sangue, almeno qui da noi, non sono più prenotabili. Che bello per ritirare il biglietto non c’è fila, ti credi fortunato, poi esce il ticket e ti senti svenire.


Numero 72, clienti in attesa 68.


Sono tutti li, dietro l’angolo, un orda di nonnini accalcati con le loro fialette colme di fluidi corporei avvolte dentro il sacchetto della Coop che silenziosamente e pazientemente attendono il loro turno.


Fatto salvo l’ospedale, ogni tanto mi vien da dire, ma alcuni servizi tipo il medico, le poste, le banche, non potrebbero dotarsi di norme tipo “ Gentile cliente a lei che ha avuto la fortuna di andare in pensione, avremo piacere di servirla dopo le 09.00, per permettere a chi è fortunato e ancora ha un lavoro di poter fare a meno di arrivare in ritardo.”  


Naturalmente è sempre tutto ironico, è sempre e solo per sorridere. Massimo rispetto per le persone anziane, memoria e supporto di ogni comunità (anche se qualche patente andrebbe ritirata).

E poi riflettendoci bene,con le attuali leggi sul sistema previdenziale che cambiano ogni due anni è facile che a noi tocchi altro destino e la parola pensione sarà solo una mera illusione.

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